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Copyright Archivio Ugo Carrega 2019
 

L’Archivio Ugo Carrega per STAY SAFE_Racconti dagli Archivi

L’Archivio Ugo Carrega per STAY SAFE_Racconti dagli Archivi

Centrale nella produzione di Ugo Carrega è la condizione per cui l’arte deve necessariamente indagare lo stesso processo creativo, il suo farsi: «credo in un’arte in cui l’artista fonde le conoscenze verso un interrogativo nuovo». Per questo l’autore si premura sempre di fornire, di fianco all’opera in sé, lo strumento poetico —il tool, l’utensile— che «in-forma verso la poesia», cosicché la comunità degli artisti, possa insieme praticare e confrontarsi sugli esperimenti condotti sulla materia linguistica, grafica, sonora, visuale. L’idea di Carrega sull’arte ben si riflette nello stesso procedere dell’archivio che da sempre è il luogo la cui bandiera è proprio la ricerca, che sia nuova, o pronta ad approfondirsi o a ricredersi, ma sempre con lo scopo di fornire gli strumenti essenziali per gli studiosi e per le ricognizioni future.

Margot Modonesi, curatrice dell’archivio Ugo Carrega

Da una idea di Ilaria Bignotti e Archivio Antonio Scaccabarozzi, Milano

Coordinamento scientifico di Ilaria Bignotti

In collaborazione con Skira Editore e La Galleria Nazionale

«Il progetto consiste in piccoli racconti per immagini, parole e pensieri sugli archivi d’artista, direttamente dalla voce dei loro curatori, eredi, e artisti, che saranno pubblicati a cadenza settimanale, con lo scopo di aiutare il pubblico del mondo dell’arte e in generale la collettività a trovare parole, immagini, documenti e spunti per riflettere sul valore del tempo e della memoria in questo periodo di attesa e di riflessione che sta inequivocabilmente cambiando il nostro modo di relazionarci alle persone e alle loro storie.

Consapevole che l’emergenza medico-sanitaria internazionale costituisca la nostra priorità etica oltre che fisica, non voglio rinunciare a credere che l’arte sia una forma di educazione e sostegno della comunità e che proprio in frangenti di altissima criticità possa essere uno strumento non tanto di svago ma di riflessione profonda e salvifica, latrice di un pensiero di bellezza e di coraggio non solo per gli addetti ai lavori, ma per il pubblico di ogni età e conoscenza.

Le cose e le persone si avvicinano nel condividere questo arresto nuovo e spiazzante: come noi, segnati e silenziati da una epidemia che chiede a tutti di restare immobili e protetti tra le mura di casa, sono, solo apparentemente, anche i materiali d’archivio, che vivono chiusi in un cassetto, o digitalizzati in un database: una staticità in movimento, che proprio l’archivio

 

stesso sa riattivare, facendo parlare il silenzio, mostrando il segreto, dando voce all’energia della creazione artistica, nel suo irrinunciabile legame con la vita.
Per questo, ho pensato di ideare un format che attraverso i mezzi di cui oggi solo disponiamo – i social media e i canali online – possa dare voce agli archivi, luoghi della memoria e di costruzione della storia di un artista e di un movimento artistico, oggi più che mai contenitori attivi e sistemi di scambio, relazioni, connessioni tra le persone.

Inviterò pertanto curatori e artisti, eredi e direttori di archivi d’artista a raccogliere una selezione di immagini e di pensieri sul lavoro svolto e sulla mission dell’archivio, e di volerli condividere: per provare a fare (ancora) parlare l’archivio alla comunità che lo ha in consegna, e per permettergli, oggi ancora una volta, di prendersene cura. Suggerendo parole, immagini, documenti e spunti per riflettere sul valore del tempo e della memoria in questo periodo di attesa e di riflessione che sta inequivocabilmente cambiando il nostro modo di relazionarci alle persone e alle loro storie».