05 Mar Ri-Considerazione (1985)// Testo di Ugo Carrega
Nella ri-considerazione del mio lavoro, riconosco il percorso parallelo di due “temi”: una tendenza alla fondazione di una NUOVA SCRITTURA sia come momento conglobante di tutto il lavoro svolto dagli anni sessanta ad oggi da tutti gli operatori, sia come una nuova disciplina artistica (una sorta di ArteScrittura) in cui nessun segno viene trascurato dall’autore e in cui si utilizzano quindi sia le scritture (o la scrittura, visto che usiamo l’alfabeto) fonografiche (i cui segni stanno in rapporto alla voce) sia le scritture semasiografiche (in cui i segni non stanno in rapporto alla voce e inserendo in questo sistema di segni la fotografia, il disegno, ecc.).
Il secondo tema, più vasto e complesso, e che è il “sintomo” del primo tema, è il tentativo di superamento della contraddizione. Ciò, auspicato nel vivere, diventa espressione costante di ogni mio lavoro.
I termini della contraddizione sono la materia organizzata da me e la materia “naturale” (ossia, così come è prima del mio intervento). Simbolo costante della materia organizzata è il segno semantico della parola; simbolo costante della materia naturale è il pezzo di legno, il supporto, la materia-colore, ecc., che sono portatori di un significato archetipale. Solo nella unione di questi vari segni, solo sul campo contestuale tutti questi segni acquistano, nel processo di assimilazione, un significato superiore, specifico, un senso che trascende ogni singolo elemento: questo processo è il momento fondante dell’opera.
Il senso di questo libro è dunque quello di un ripensamento del mio lavoro; questo ripensamento dovrebbe fornire strumenti a me per il progredire della mia ricerca; ad altri, come esempio di atteggiamento dell’operare artistico.
Io credo infatti in uno scambio continuo fra teoria e pratica; credo che nessun artista possa fare a meno del pensiero, quanto non possa fare a meno del talento, dell’intuizione.
Credo che l’artista moderno fondi il proprio operare sul superamento dei due termini: non credo possa esistere un fare arte di puro istinto; non credo esista un’arte di pura scienza.
Credo in un’arte in cui l’artista fonde le conoscenze verso un interrogativo nuovo.
U. Carrega, Ri-Considerazione, in Ugo Carrega. Commentario, a cura di B. Morra, Napoli, Edizioni Morra, 1985, p. 9.